Nei prossimi anni esploderà il turismo archeologico.

Perchè è stato pensato e creato il cammino dell’intrepido Larth con una iniziativa esclusivamente privata? Le risposte sono molteplici, compresa quella dell’avventura tra amici, ma ce n’è una più importante delle altre che riguarda una strategia di sviluppo culturale e turistico in vista delle grandi novità in arrivo nei prossimi anni, in primis quella proveniente dalla vicina Valdichiana.

Il cammino dell’intrepido Larth è un percorso di trekking e bici che si sviluppa per 58 chilometri lungo il tragitto ad anello su tre tappe che toccano Orvieto, Bolsena e Civita di Bagnoregio ed è dedicato alla figura del mitico guerriero etrusco omonimo, le cui fattezze sono raffigurate in una famosa scultura conservata al museo Faina, partner dell’iniziativa. Il cammino rappresenta innanzitutto il primo progetto turistico basato sulla collaborazione tra Umbria e Lazio ed ha un carattere comunitario perchè si propone di sostenere le attività economiche dei tre territori oltre a rappresentare un elemento identitario collegato sia alla comune matrice etrusca che  a quella religiosa legata alla tradizione del miracolo di Bolsena.

L’altro obiettivo dichiarato è quello di dare un contributo alla destagionalizzazione del turismo e all’incremento dei tempi di permanenza sul territorio dello stesso. I primissimi mesi di attività hanno già dato risultati straordinari in quanto a presenze. Lo sguardo più profondo è però rivolto alla Toscana e alla grandiosa iniziativa a cui si sta lavorando a San Casciano dei Bagni dove, la scorsa estate, è avvenuta nel Bagno Grande la straordinaria scoperta archeologica di venti statue di bronzo.

Un ritrovamento sensazionale che ha fornito nuovi elementi di conoscenza sull’arte etrusca e che rappresenta una delle scoperte più importanti del secolo. A San Casciano, nell’arco massimo di cinque anni, sorgerà un grandioso progetto, denominato Cadmo, già finanziato per tre milioni di euro a cui stanno lavorando Regione Toscana, università, ministero, università per stranieri di Siena oltre allo stesso comune di San Casciano per la creazione di un polo mondiale dedicato all’archeologia pre romana con la nascita di un museo, del parco archeologico e di hub universitario. Il progetto prevede anche una grande spinta per trasformare l’epoca etrusca in un tema in grado di entrare finalmente nella cultura popolare come è da sempre per la civiltà greca e romana.

Nei prossimi anni si prevede soprattutto l’attivazione di flussi turistici che alcuni esperti mettono già a confronto con quelli innescati dall’esposizione dei bronzi di Riace al museo archeologico di Reggio Calabria. Si parla di centinaia di migliaia di visitatori e di milioni di euro di indotto. Il Cammino dell’intrepido Larth è un segnale di attenzione verso ciò che ha cominciato a muoversi in questa parte dell’Italia centrale intorno al tema dell’archeologia e della fruizione dell’ambiente, in una dimensione che sarà notevolmente potenziata anche grazie all’altro grande progetto relativo alla creazione della pista ciclabile intorno al perimetro del lago di Bolsena, per il quale è in atto un importante lavoro con i fondi Pnrr che non riguarda solo gli otto comuni rivieraschi, ma tutte le istituzioni della Tuscia con la Regione Lazio a fare da capofila. In questo contesto Orvieto deve giocare un ruolo di primo piano, per non rimanere schiacciata in una posizione di irrilevanza come un vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro di manzoniana memoria. Il cammino di Larth deve diventare uno strumento in grado di realizzare alcune di queste potenzialità, ma si tratta solo del primo passo.

Il passaggio fondamentale è legato alla strategia (e ai soldi) da trovare per rilanciare il progetto universitario ad Orvieto, incentrato su quel tesoro enorme che è Campo della Fiera, uno dei primissimi siti archeologici attualmente in scavo in Italia, parzialmente indagato per una superficie di quasi sei ettari, ma esteso per quasi trenta, con una proiezione territoriale estesa verso la strada Bagnorese fino all’altezza della necropoli di Cannicella. Archeologia ed enologia sono i i punti cardinali intorno ai quali è necessario rimettere in piedi un disegno altamente ambizioso finalizzato all’alta formazione, con numeri in grado di creare vera economia, per potenziare in fatto di presenze ed indotto ciò che le summer school delle tre università americane rappresentano oggi per il Centro studi.

Campo della Fiera è uno scrigno ancora tutto da scavare, ma deve essere anche visto come uno dei punti di forza per riprendere il tema di un polo universitario in questo territorio, posto al crocevia della Tuscia e della Valdichiana, due zone che si accingono a compiere dei poderosi progressi, in grado di cambiare il volto e l’economia di quei luoghi.

Basti pensare, per esempio, alla straordinaria ricchezza dei simboli presenti nella decorazione lapidea e pittorica della basilica di San Miniato al Monte, o alla numerologia e ai riferimenti astrologici nel Battistero, o ancora al grande impulso dato dalla famiglia Medici agli studi ermetici e cabalistici o, infine, alla nascita della Massoneria italiana, avvenuta proprio a Firenze intorno al 1731.  Seguendo il criterio del rigore scientifico, basato su fonti attendibili e documenti storici, l’autore ricostruisce in ordine cronologico l’evoluzione dell’esoterismo fiorentino, dalla fondazione della città fino alla metà dell’Ottocento, soffermandosi su alcuni episodi salienti e presentando notizie inedite.

Tra le tante sorprese che ci riserva questo libro c’è sicuramente il tema del rapporto tra Dante Alighieri e l’eresia del Catarismo, la diffusissima versione di un cristianesimo alternativo contro la quale venne scatenata la prima crociata interna alla cristianità. Il sommo poeta che conobbe bene grandi personaggi aderenti a questa eresia come Farinata degli Uberti e Guido Cavalcanti, avrebbe inserito all’interno della Commedia alcuni passaggi, oscuramente riferiti all’eresia verso la quale avrebbe nutrito forte simpatia o comunque una profonda benevolenza, in un contesto di rimandi e simbolismi direttamente riconducili alle dottrine dei catari. Sempre in riferimento a Dante, ci si sofferma anche sulla sua ipotizzata appartenenza ai Fedeli d’Amore, la setta iniziatica che predicava un radicale rinnovamento della Chiesa, attraverso la dottrina mistica dell’amore.  Come dimenticare poi il ritratto che Betti ci fornisce di Cosimo de Medici, iniziatore di quella cerchia culturale straordinaria alimentata da neoplatonismo esoterico ed elementi pagani, incarnata da Marsilio Ficino? Il simbolismo alchemico di quella grandiosa corte lo possiamo ancor oggi ammirare sugli elementi decorativi di palazzo Medici Riccardi, una dimora in cui si trovano veri e propri scrigni nascosti come lo Studiolo del figlio primogenito di Cosimo, Piero il Gottoso.  Utilizzando il testo di Marco Betti come guida insolita e fuori dagli schemi, ci condurrà a conoscere l’affascinante Florentia con occhi di maggiore consapevolezza e profondità rispetto a quanto ci viene abitualmente proposto. Le opere d’arte, l’urbanistica, la storia, i monumenti, i grandi personaggi. Dietro a tutto questo si celano storie e chiavi di interpretazioni spiazzanti e quasi incredibili,la profonda conoscenza che l’autore ha di Firenze ci guida infatti per mano attraverso percorsi tutti da scoprire, alla scoperta di una Firenze alternativa e indimenticabile.

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