Un simbolismo arcaico consente una rilettura esoterica legata al concetto del Graal
Il Graal a Perugia: un segreto da sempre sotto gli occhi di tutti, ma che in pochissimi finora erano stati in grado di interpretare. Costanza Bondi ci guida per mano alla scoperta di un percorso iniziatico del quale protagonista è il simbolo del Graal, unito alla pietra-sigillo di antiche conoscenze. Una chiave di interpretazione affascinante che getta una luce nuova sull’antica Chiesa di sant’Agostino a Perugia e che svela il volto misterico e profondo di tale luogo di culto.
Graal, matrimonio mistico e perfezionamento interiore in tale lettura sorprendente si disvelano e si affiancano a geometria sacra e costellazione di Orione. Tra le primitive “societas agostinianae” con presenza templare, si annovera a Perugia la Chiesa di sant’Agostino in corso Garibaldi. Punto cruciale dell’indagine iconografica sono i grandi classici del simbolismo esoterico rinvenuti all’interno dell’edificio: croce templare, Maria Maddalena, ottonario, stella a otto punte e svastica. Ciò che invece è meno noto, e che fino ad ora non era stato decodificato, è il simbolo del “quadrato sovrastato dal triangolo” per il compimento della Grande Opera, di cui nello studio si indaga l’interpretazione spirituale, numerologica, iniziatica e astronomica. L’autrice ci parla di un tema dalle mille sfaccettature non solo accademiche ma, più intensamente, di quelle interiormente spirituali, proprie di chi si interroga incessantemente. È così che nasce questo libro dal contenuto esoterico: una spinta che è al contempo ricerca. Un cammino che dall’arte penetra negli intimi recessi dell’esperienza trasmutatrice del Graal.
Un’anteprima del libro sarà presentata a Umbria Libri il 28 ottobre alle 18.30 a Palazzo Graziani. L’autrice sarà intervistata dalla giornalista Rita Boini.
COSTANZA BONDI nasce e vive a Perugia, città che profondamente porta nel cuore: da sempre è dedita alla scrittura in tutte le sue forme e sfumature, tra le quali predilige il copywriting e la correzione di bozze. Data l’ecletticità che ne contraddistingue carattere e professionalità, nel 2009 ha creato il marchio WOMEN@WORK, un gruppo che annovera un parterre di autori e autrici scelti per la forza e per la passione del proprio carattere letterario.
Laureata nel 1992 in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Perugia, indirizzo storico.
Archivista dal 1993 al 1995 del Centro Internazionale per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa CSCE, oggi OCSE. Redattore volontario di Wikizionario, il dizionario libero online.
Membro del coordinamento del Circolo dei Lettori di Perugia.
Membro del comitato tecnico scientifico ISUC (Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea).
Ricercatrice indipendente e autrice di saggi su simboli sacri universali, archetipi e archeologia dei segni:
IL GRAAL A PERUGIA
Chiesa di sant’Agostino in corso Garibaldi, 2023
FU IN PRINCIPIO appunti eretici esoterici, 2021
UNA VOLTA DIO ERA FEMMINA
il Femminino Sacro dalla gilania al patriarcato, 2021
SVASTICA simbolo sacro universale, 2018
ARCHETIPI ALFABETICI
segni, simboli, significati svelati dalle lettere, 2016
ALFABESTORIA nascita della scrittura e storia dell’alfabeto italiano, 2014 (maggio I edizione – ottobre II edizione) – 2019 (III edizione)
Scrittrice di articoli per le riviste:
– “Pagine Filosofali”, simposio internazionale della sapienza arcaica, dell’arte e della dottrina ermetica;
– “Fenix, enigmi e misteri della storia del sacro”;
– “Eretica-Mente: cultura, azione e identità”.
A questo conflitto, finora poco indagato dalla storiografia, è oggetto del volume “Le Falkland, la guerra di Margaret Thatcher” di Roberto Semprebene, edito da Intermedia Edizioni. La guerra delle Falkland ha evidenziato l’emergere di una serie di controversie che non erano legate al contrasto est-ovest e che non si sarebbero potute risolvere secondo la logica del confronto tra i due blocchi, in un’anticipazione di quella che sarebbe diventato il tema principale delle relazioni internazionali: il rapporto tra paesi del nord e del sud del mondo.
Ma per quale motivo l’Argentina decisa di invadere quelle isole? Al centro di questa che sembrava in realtà una decisione non molto azzardata dal punto di vista chi la mise in atto ci furono le grandi difficoltà che stava vivendo alla vigilia dle conflitto la Giunta militare argentina, al potere nel paese. Innanzitutto si trattava di fronteggiare il diffuso malcontento per le condizioni socio-economiche in cui si trovava il paese e soprattutto gli strati meno ricchi della popolazione, alle prese con inflazione galoppante e una guerriglia di tipo politico sempre più diffusa. Il regime militare che restò al potere dal 1976 al 1983 dopo aver destituito Isabellita Peron, ultima moglie di Juan Domingo Peron, aveva infatti una pressante esigenza di creare un diversivo e cercare una strada per conquistare il consenso. L’opinione diffusa nei vertici militare era dunque quella di ritenere che l’Inghilterra non avrebbe impegnato le proprie forze armate per difendere quelle sperdute isolette dove vivevano appena 1800 abitanti. Il premier inglese Margaret Tatcher vide però nell’aggressione argentina alle Falkland il pretesto per innalzare la bandiera dell’orgoglio nazionale, mortificato dalla fine dell’impero nel dopoguerra oltre che umiliato dalla crisi di Suez del 1956. Anche il governo inglese aveva bisogno di un bagno di consenso in un periodo in cui le riforme all’insegna del liberismo e dello smantellamento dello stato sociale che sarebbero divenute il marchio di fabbrica della Tatcher non avevano prodotto risultati economici, ma al contrario, causato malcontento e proteste. Nello stesso modo, il contesto geopolitico internazionale era tale da non poter restare inerme di fronte ad una iniziativa militare e politica quale quella della Giunta argentina. Dal punto di vista statunitense, l’invasione delle Falkland metteva in serio pericolo l’intero sistema latinoamericano che storicamente era la zona di maggiore influenza della superpotenza occidentale. Gli Stati della regione erano per la grande maggioranza coinvolti in situazioni assimilabili a quella argentina rispetto alle Malvine e alcuni di essi avevano ripetutamente minacciato di ricorrere alla forza per risolverle. Una legittimazione dell’impresa argentina o anche solo una mancata presa di posizione contro di essa sarebbe divenuta un pericoloso precedente: molti altri stati avrebbero tentato di risolvere le proprie controversie territoriali ricorrendo alle armi, ponendo il continente in una condizione di grande instabilità generale e Washington avrebbe corso il serio rischio di perdere il controllo sulla regione.