Trasgressivi, lascivi, dediti ai piaceri sensuali, libertini, addirittura perversi. L’immagine che una certa storiografia ci ha tramandato degli Etruschi è quella di un popolo particolarmente incline ad una sessualità libera per non dire sfrontata che tanto scandalizzò i Greci. Ad essere completamente diverso rispetto al mondo greco e a quello romano era soprattutto il ruolo della donna. Le donne etrusche godevano infatti di una condizioni privilegiata che le poneva quasi sullo stesso piano degli uomini. Nella Grecia classica, ad esempio, la posizione femminile era generalmente di totale subordinazione all’uomo. Nell’epoca di Pericle le donne erano perlopiù relegate nelle parti meno nobili delle abitazioni, il gineceo, e potevano uscire di casa solamente per assistere alla rappresentazioni delle tragedie. Una parziale anomalia rispetto a questo modello è rappresentato da Sparta dove esisteva un importante grado di libertà femminile. Anche Roma, per gran parte della fase repubblicana, le donne erano confinate in una dimensione esclusivamente domestica, all’ombra del potere enorme del “pater familias” a cui la legge riconosceva un ruolo di dominio assoluto su quel concetto di famiglia che non ha nulla a che vedere con quello moderno del termine e che comprendeva anche gli schiavi e domestici. Attraverso il ruolo della donna etrusca, il suo protagonismo normalmente accettato nella vita sociale (evidenziata dalle pitture che la ritraggono, ad esempio, partecipante ai banchetti) e la sua autonomia sessuale si può comprendere qualcosa di estremamente profondo ed interessante intorno alla natura di questo popolo. Questa forma di apparente modernità, incomprensibile per gli altri popoli italici, deve essere infatti considerata come il retaggio di una civiltà arcaica e non la premessa di una emancipazione femminile destinata a fare nuovamente capolino in Occidente a distanza di quasi tremila anni dalla scomparsa dei Tirreni. Il ruolo non subordinato della donna etrusca è una delle prove della loro connessione con un passato arcaico, in cui dominio maschile non si erano ancora affermati. La civiltà etrusca con i suoi 2500 anni di storia fu infatti lo spartiaque tra una visione del mondo in cui la donna era ancora immersa in una visione sacrale, legata all’origine della vita da cui deriva anche l’autorità del potere (si veda la vicenda della nobile Tanaquilla di Tarquinia che determina la facoltà del marito Tarquinio Prisco di diventare re di Roma) ad un modello successivo che è incentrato sul sistema patriarcale, il cui profondo radicamento ha continuato ad essere un architrave essenziale dell’organizzazione sociale fino all’epoca contemporanea.
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Biografia Claudio Lattanzi
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