Un paese che si è salvato dal declino grazie ad un visionario progetto ispirato dalla fantasia

Prendete uno dei tanti paesini della Teverina viterbese avviato come altri ad un inevitabile destino di declino demografico ed economico. Applicategli una ricetta di marketing urbano non elaborata da qualche costosissima agenzia di comunicazione milanese, ma uscita dalla testa visionaria ed apparentemente folle di un gruppo di abitanti che non avevano intenzione di rassegnarsi a veder morire il luogo dove sono nati. Il risultato sarà Sant’Angelo di Roccalvecce, il paese delle Fiabe che è stato trasformato in un luogo incantato grazie ad un’operazione artistica che ha portato alla realizzazione di decine di murales dedicati ai personaggi delle fiabe sulle facciate delle abitazioni. Una metamorfosi che ha fatto di Sant’Angelo una sorta di villaggio incantato in grado di far rimanere a bocca aperta ogni bambino. Un luogo incantato e fuori dal tempo ad un’ora e mezzo di distanza da Roma, a mezz’ora da Orvieto e a venti minuti da Viterbo. Un villaggio capace anche di cambiare il modello economico di una comunità che era ridotta ad un centinaio di abitanti rispetto agli ottocento di trent’anni fa, ma soprattutto che ha innescato un processo di crescita anche occupazionale molto vistosa che può essere replicato altrove. “Nel 2017 quando è partita questa avventura-racconta Alessandro Chiovelli, uno dei quattro promotori-a sant’Angelo c’era un bar ed un generi alimentari. Adesso ci sono venti attività commerciali, tra cui una decina di case vacanze ed una pasticceria, un flusso turistico costante che ha creato una nuova economia ed un fermento nel mercato immobiliare che era inimmaginabile allora”. Si tratta di un vero e proprio miracolo economico che deve essere studiato e capito a fondo perchè può essere esportato, magari con l’aiuto di chi lo ha realizzato senza ottenere fondi pubblici. Per implementare il processo di riqualificazione del paese attraverso l’arte stanno arrivando adesso anche investimenti da parte di aziene del territorio ed importanti imprenditori viterbesi interessati ad una valorizzazione della zona. Ce lo racconta Alessandro, il cui ritratto si riconosce nel murales dedicato a Don Chiquotte, mentre in altre favole compaiono i volti dei bambini del paese.

Come è nato questo sogno ad occhi aperti?

“Nel 2017 insieme a Gianluca Chiovelli, Paola Chiovelli e Ludovico Argentieri abbiamo cominciato a pensare a cosa inventarci per risollevare le sorti di sant’Angelo che languiva in una condizione di crisi come molti altri luoghi della Tuscia. In un primo momento avevamo ipotizzato di far sorgere un cinema, poi abbiamo cominciato a ragionare sull’idea del murales, ma non sapevamo a quale filone ispirarci”.

Come è scaturita l’idea delle favole?

“E’ stata la mia compagna Egle Rossetti a lanciare la proposta delle fiabe. In fondo i racconti, le favole e la mitologia sono dei temi che appartegono a tutti e parlano un linguaggio universale anche tra culture diverse. Non a caso, poi il caso di sant’Angelo è esploso a livello internazionale”

Come avete operato concretamente?

“I murales ed le installazioni sono stati ideati e realizzati grazie all’associazione Acas che è presieduta da Gianluca Chiovelli. Prima dei murales, l’associazione aveva recuperato alla vita la fontana ottocentesca del borgo; restaurato l’edicola mariana all’imbocco del paese; è riuscita a far togliere una discarica abusiva di rifiuti alta sei metri, ha provveduto allo sfalciamento delle vie ripulendo aree ignorate da decenni ha riattivato alcuni antichi sentieri oggi alla portata di tutti cercando di fare rete con i borghi vicini”.

Come funziona la parte economica del progetto?

“L’associazione ha messo i primi fondi. Siamo partiti con i primi murales ed ora siamo arrivati a ben 62 opere, l’ultima delle quali è il Cappellaio matto, il personaggio di Alice nel paese delle meraviglie. La nostra forza è stata l’autofinanziamento soprattutto nella prima fase. Per molto tempo abbiamo raccolto i fondi che i turisti ci lasciavano in una damigiana che avevamo collocato lungo la strada. Oggi ci sono vari modelli di investimento. I proprietari delle abitazioni generalmente finanziano il lavoro degli artisi, ma recentemente un signore di Aosta ha finanziato un murales. L’associazione Prometeus di Viterbo è intervenuta in un altro caso dopo essersi aggiudicata un bando europeo, ma ci sono anche numerose aziende della zona che sponsorizzano le opere. Ogni murales ha un costo di circa quattromila euro. Gli artisti vengono da tutte Europa e da varie parti del mondo”.

Progetti futuri?

“Realizzare ancora nuovi murales, siamo impegnati senza sosta in questo obiettivo, con il coinvolgimento della nostra comunità. Ultimamente con la collaborazione dei sindaci di Graffignano e Celleno abbiamo avviato il progetto di percorso di escursionismo che collega Celleno, San’Angelo e Roccalvecce”

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