Alle origini delle teorie psiconalitiche hanno avuto un ruolo importante i soggiorni orvietani di Freud
Chiunque abbia letto le prime righe di “”Psicopatologia della vita quotidiana”, il testo di Sigmund Freud nel quale, tra l’altro, viene esposta la teoria dei lapsus, si è accorto del ruolo importante che i soggiorni orvietani hanno avuto per il padre della psicanalisi.
Sigmund Freud compì vari soggiorni ad Orvieto, come ricorda lui stesso nel celebre testo “Psicopatologia della vita quotidiana”, a partire dal settembre del 1897 e ancora nel 1902 e 1907. I due saggi che compongono il libro, affrontano il ruolo che i soggiorni orvietani di Freud ebbero nella elaborazione di alcuni capisaldi della teoria psicoanalitica, a partire dal complesso di Edipo ed il rapporto tra Freud e la città, a causa dei suoi interessi archeologici. Dal primo punto di vista, si sottolinea il grande impatto che gli affreschi di Luca Signorelli ebbero sul padre della psicoanalisi. Nel citato “Psicopatologia della vita quotidiana”, c’è infatti “il caso Signorelli” che rappresenta per lui una fondamentale occasione di auto analisi, connessa al meccanismo della dimenticanza. Il secondo aspetto ci restituisce l’immagine privata di un Freud irresistibilmente attratto dai reperti archeologici che acquistava dal mercante di cose antiche Riccardo Mancini.”Freud e Orvieto. Alle origini della psicoanalisi”, Intermedia Edizioni, è il titolo del libro di Lucio Riccetti e Tiziana Tafani che tratta questo tema. Il volume è impreziosito da alcune foto e cartoline che Sigmund Freud acquistò ad Orvieto e che sono conservata al Freud musem di Londra. Al termine della presentazione, sarà offerto un brindisi a tutti i presenti da parte del Consorzio di tutela del vino di Orvieto, nella cui sede, in palazzo Bisenzi, sorgeva l’albergo delle Belle Arti, luogo di soggiorno particolarmente amato dal padre della psicoanalisi.